Lo slancio creativo

2079 ciò che sta in alto, firmamento, maschile, il sovrano, slancio, dinamismo fondamentale, capacità attiva di trasformazione.

Pronunciato Gan: secco, seccato dal sole.

A destra  il germoglio, delle fronde, e, al di sotto, il segno del sole con al di sopra una sorta di croce. La grafia antica di questa croce era più esplicita e rappresentava dei vapori bloccati sotto il sole. Il significato di questo insieme era l’idea di un sole che penetrando sotto delle fronde mette in movimento delle energie fino ad allora non impiegate. Dopo la dinastia Han questa parte dell’ideogramma è stata interpretata come un sole all’altezza delle piante, significante l’orizzonte, momento, appunto, in cui il sole appare basso, all’altezza della vegetazione. Pertanto, in ragione della concordanza con il dinamismo mattinale dello yang e per analogia con altri caratteri quali alba (un sole sull’orizzonte), est (un sole a livello di un tronco d’albero) o ancora il nome dell’esagramma 35 Gin (due uccelli che cantano al sole levante), questo ideogramma è stato letto come il sorgere del sole. Porre l’accento sul sorgere del sole restringe, però, il significato primitivo dell’ideogramma dal momento che la forma antica sottolinea la ricchezza contenuta sotto la terra, la forza germinativa dello yin che il sole fa lievitare come se fosse un impasto. Il carattere classico perde così la sua completezza per focalizzarsi sul sole. In senso concreto il carattere significherà ciò che è seccato dal sole[1]. Il suo senso figurato, infine, si concentra sulla posizione o l’evoluzione del sole e il verso cui tutto quanto si innalza: il cielo, l’alto. A partire dalla dinastia Han, l’uso comincia ad mettere in relazione il senso di questo carattere con il potere imperiale, contemporaneamente al fatto che il drago ne diventerà il simbolo più usato. Fuori dallo Yijing non si utilizzerà più, salvo nelle designazione rituali come nella coppia qian/kun cielo/terra formata dal nome dei due primi esagrammi che significa universo.

Dal punto di vista strettamente semantico qian/gan rappresenta il nome di quella energia creativa e trasformativa che lavora incessantemente nell’estensione dello spazio. Indica, inoltre, e quindi dal punto di vista archetipico, la potenza del principio spirituale che dona forma al principio materiale. Sul piano strettamente simbolico è l’aspetto maschile dell’anima, cioè l’idea di energia dinamica che muove in avanti penetrando attraverso la sua caratteristica di durezza.

Proposta:

In basso a destra un germoglio preme sulla terra sforzandosi di sbocciare. Può essere interessante notare la sottile differenza semantica tra il nostro carattere e il nome dell’esagramma. In alto e a destra, sopra il germoglio, delle fronde, e, al di sotto, il segno del sole con al di sopra una sorta di croce. La grafia antica di questa croce era più esplicita e rappresentava dei vapori bloccati sotto il sole. Il significato di questo insieme era l’idea di un sole che penetrando sotto delle fronde mette in movimento delle energie fino ad allora non impiegate. La forma antica sottolinea anche la ricchezza contenuta sotto la terra, la forza germinativa dello yin che il sole fa lievitare come se fosse un impasto.

Fuori dallo Yijing questo carattere non si utilizzerà più, salvo nelle designazione rituali come nella coppia qian/kun cielo/terra formata dal nome dei due primi esagrammi che significa universo.

Dal punto di vista strettamente semantico qian/gan rappresenta il nome di quella energia creativa e trasformativa che lavora incessantemente nell’estensione dello spazio. Indica, inoltre, e quindi dal punto di vista archetipico, la potenza del principio spirituale che dona forma al principio materiale. Sul piano strettamente simbolico è l’aspetto maschile dell’anima, cioè l’idea di energia dinamica che muove in avanti penetrando attraverso la sua caratteristica di durezza.

  Qian Tuan

Qian – Lo slancio creativo

元亨 yuan heng – originario (e) fluido

利貞 li zhen – armonioso (e) corretto

Il Tuan contiene le quattro fasi del ciclo delle stagioni, modello di tutti i processi dinamici e sta a indicare una situazione che si riferisce all’intero movimento ciclico, piuttosto che ad una sua fase ciclica specifica.

Soffermiamoci ad esaminare più da vicino il senso di questi quattro termini fondamentali in tutto il testo dello Yijing.

1) Yuan significa grande, vasto, senza limiti, originario. E’ la prima fase del ciclo e corrisponde alla primavera. Associato all’Est e al mattino, sta all’inizio di ogni cosa, sia in senso ciclico che lineare. In quanto potenza originaria di tutte le cose, la grandezza è la sua caratteristica fondamentale ed è così grande da essere la causa prima che genera tutte le cose. In senso concreto questo termine indica la sorgente di un fiume, mentre, in senso metaforico, significa la sorgente dei pensieri e dei sentimenti propri di un individuo e la sorgente dell’autorità in campo sociale. Questo termine rappresenta il momento in cui ogni cosa ha origine. L’attività del cielo è senza confini e, nel suo operare, pone in atto un mondo con caratteristiche senza limiti in cui trovano posto infinite forme di vita: le Diecimila Cose.

2) Heng è l’elemento che mette in comunicazione. Nel momento in cui tutto è stato creato, tutto cresce e si muove in piena libertà. E’ la seconda fase del ciclo e corrisponde all’estate, quindi, associata al sud e al mezzogiorno. Ogni cosa, crescendo, giunge a maturazione, penetrata dalla caratteristica, infinita, libertà di espansione del Cielo. In senso stretto, l’ideogramma rappresenta il successo ottenuto mediante l’offerta sacrificale ad una potenza superiore. In senso lato, rappresenta la libertà di comunicare ed esprimersi dell’individuo in armonia con il Dao. In campo sociale rappresenta la forma dell’anarchia consapevole, cioè della capacità di autoregolarsi armonicamente nel contesto eco-ambientale in cui si viene a esistere. Un ambiente sociale, cioè, in cui la legge non assuma caratteri repressivi, ma sia semplice regolazione di rapporti tra individui consapevoli e chiari, cioè non offuscati dai kleśa, che non necessitano di sovrastrutture sistemiche, politiche e organizzative. Dal punto di vista divinatorio questa fase indica crescita e sviluppo.

3) Li è la terza fase del ciclo e corrisponde all’autunno, è associata all’ovest e alla sera. Quando i frutti sono maturati nella loro libera crescita, essi vengono raccolti. L’ideogramma rappresenta una lama e il cereale maturo nel campo. Tale raccolta è vantaggiosa, utile, benefica, crea un profitto e l’attuarsi di una libertà di scelta nella propria necessità. Li è una dote insita in ogni persona e l’armonia che ne consegue è il seme maturato dell’illuminazione. In senso traslato, ciò che è illuminato esprime una bellezza armonica e uno splendore che a sua volta illumina ogni cosa. Dal punto di vista dell’indicazione fornita, questo termine simbolizza la raccolta dei frutti maturati pienamente.

4) Zhen è il corretto rapporto tra spinta vitale, pulsionale e senso profondo della propria esistenza. Esso, secondo la tradizione del Qigong, si esprime nell’armonia tra i due palazzi Minggong e Xingong. Quando il Ming Men e il Dan Tian superiore armonizzano tra di loro vi è il raggiungimento della propria capacità. Tale capacità è quella di sintonizzarsi con l’arco celeste. Zhen è la quarta fase del ciclo e corrisponde all’inverno, è associata al nord e alla notte. E’ la potenza che mette alla prova e seleziona, separando il seme che supera l’inverno dalle parti della pianta che muoiono e ritornano al terreno. Meravigliosa metafora allusiva al destino dell’io e del sé! Tale termine indica una prova severa e un nucleo solido e durevole che la supera. In senso stretto, significa puro, incorruttibile e saldo: l’ideogramma rappresenta una perla e allude alla divinazione. Dal punto di vista divinatorio la situazione è sottoposta ad un vaglio che individui il senso di un agire più opportuno e armonico, capace nella versatilità di tenere una rotta chiara e cogliere il senso a cui il Libro, come il Dio che abita a Delfi, accenna.

Lasciamoci andare, ora, ad alcune associazioni e immagini riguardo questo esagramma:

– emersione di un potere da uno spazio vuoto. Le caratteristiche di questo potere rappresentano un coagulo, una forte adesione, un muro aggrovigliato di energia yang che deve sviluppare tutta la sua potenzialità.

– l’albero della vita ha le sue radici nella terra, cioè nello yin, e protende i suoi rami verso il cielo. Ma anche viceversa.

– una scala parte dal nulla e porta verso il nulla.

 Il testo delle linee

 1 9 all’inizio

 潛龍 qian long Immerso è il drago

勿用 wu yong non ancora usarlo

Il drago è il simbolo della completezza, e della potenza che si sviluppa in ogni dimensione. Esso è l’essere più completo che esista. Il drago può volare nel cielo, correre sulla terra e nuotare nell’acqua, Esso scompare e riappare sotto un altro aspetto, rappresentando così l’essenza del cambiamento, della trasformazione alla base del gioco dello Yin e dello Yang. Essi sono in continua trasformazione. Così la potenzialità del Cielo è vasta e infinita. Le entità qui simbolizzare sono enormemente importanti. In questa linea il drago scende improvvisamente verso le profondità e, nonostante sia yang, il massimo dello Yang, scende in fondo. Il qi della Terra comincia a salire, ma non è ancora arrivato in superficie. Quindi non è possibile ancora usarlo. Il carattere yong indica il movimento, la possibilità di impiegare qualcosa. Non si può e non si deve usare questa potenzialità, ma esiste, anche se non se ne conosce ancora l’entità. Essa è senza fine, senza limiti. Ora, però, deve essere mantenuta al suo posto, sottoterra. Lo yang qi è ancora sotto. Nel dan tian inferiore sta lo stato potenziale non ancora utilizzato dell’energia, come un drago nascosto sotto terra, sotto l’acqua. Questo potenziale non deve essere usato casualmente. Occorre maturarlo lì, e in futuro, si potrà usarlo.

Questo sarà il modello di ogni linea iniziale degli esagrammi: una situazione ancora non sperimentata o sperimentabile. Occorre, in questo momento, limitarsi ai preparativi, e raffrenare la tendenza naturale all’agire, magari dettata dall’ansia o dall’angoscia, se non dall’imprudenza e dall’aggressività immatura. Anche lo yang necessità di radicarsi.

 2 9 alla seconda linea

見龍在田 jian long zai tian si manifesta il drago e sta nel campo

利見大人 li jian da ren armonioso conformarsi all’immagine del grande nella personalità

Il drago emerge e arriva in superficie e sta nel campo. Questa è la linea centrale del primo trigramma, quindi rappresenta uno stato intermedio, né sopra né sotto, ma nell’interiore dell’interno. Qui è opportuno incontrare l’immagine del da ren. Questa espressione potrebbe essere tradotta come il grande uomo, ovvero, il grande nella personalità. Come sempre il cinese è meravigliosamente ambiguo e ci permette di fare anima, lasciando che i significati e le immagini, i pensieri e le idee si intreccino abbracciandosi morbidamente, come due amanti che scoprono se stessi levitando e lievitando e attraversando francamente ogni dimensione nello spazio e nel tempo verso il senso e la libertà. Questa espressione, quindi, ci rimanda alla possibilità di accogliere gli insegnamenti di un grande uomo così come di ricercare all’interno, nella nostra interiorità, la grandezza. Ma cosa intendono i saggi cinesi, autori dello Yijing, per grandezza? Innanzitutto essa è la capacità di vedere lontano, di essere lungimirante. La grandezza è virtù, capacità, forza, potenzialità, che porta a agire in modo corretto. Il grande possiede la capacità inossidabile di determinarsi, seguendo la virtù morale, de, per beneficiare tutti gli uomini, per esaltare l’umanità e il maggiore numero possibile di individui. Perché ciò accada occorre, nella pratica, che il qi, che sta nel dan tian inferiore, venga attivato dal qi che arriva dal Palazzo del cuore, il dan tian superiore, cosicché il cielo e la terra si uniscano e da tale unione nasca il da ren. Egli saprà distinguere nel mondo l’opportuno nell’agire, mentre seguendo la virtù del dao, giungerà al wei wu wei, agire il non agire. Allenando il vuoto si seguono le regole del cielo e della terra. Anche se il progetto è la liberazione, però, occorre prudenza: anche un dragone può rimanere abbagliato dalla sua stessa potenzialità.

 

3 9 alla terza linea

 君子終日 jun zi zhong ri il maestro interiore a lungo

乾乾 Qian Qian arde e riarde (segue ardentemente un principio)

夕惕若 xi ti ruo all’imbrunire il timore allora

li pericolo

无咎 wu jiu non c’è danno

Siamo, qui, alla terza linea dell’esagramma: la linea che segna il passaggio tra dentro e fuori. Occorre, per diventare una persona vera, per accedere al maestro interiore, essere stabili e applicarsi con costanza quotidiana ( zhong ri si può tradurre per tutto il giorno). Ci si muove più di giorno che di notte, per stabilizzarsi sempre più. Occorre, però, fare attenzione a certe situazioni e essere prudenti. Questo significa il riferimento al timore crepuscolare che atavicamente accompagna la vita dell’uomo. All’imbrunire anche la vista più acuta, anche la posizione più alta possono correre pericolo. Allora si deve fare attenzione e applicarsi con costanza alla pratica del dao, ma senza eccedere in sicurezza, senza esagerare. L’energia può dispiegare le sue potenzialità e la si avverte nel corpo, lungo i canali, ma va tenuta sotto controllo e continuare il percorso individuativo per scoprire le proprie caratteristiche personali, vedere i propri aspetti. Il qi deve essere conservato e il pericolo di vie sbagliate, di pratiche errate, non adatte e opportune a sé, o in assoluto, arriva all’imbrunire.

 

4 9 alla quarta linea

或躍在淵 huo yue zai yuan forse saltare dentro la profondità

无咎 wu jiu non c’è danno

Alla quarta linea dell’esagramma si raggiunge il fuori, è la prima linea del trigramma superiore, il posto del primo ministro che sostiene ed esegue le decisioni del re, dell’imperatore. Deve barcamenarsi e corre grandi pericoli. Egli sta sotto il cielo che sta sopra e sopra gli abissi. Siamo al confine del cielo. Qui le potenzialità, l’energia e il cuore sono più che sufficienti e si può provare a fare un balzo (huo significa forse, si può provare o funziona o non funziona). Si deve fare un salto. Tutto ciò che era convenzionale, limitato ai sensi grossolani, viene abbandonato, superato con un balzo, per aprirsi all’infinito, guardare nell’abisso dell’Inconscio, dove la profondità è la dimensione più evidente. Siamo, però, solo all’inizio, occorre trovare luoghi tranquilli che nessuno conosce, per praticare il dan, per ascendere e salire all’interno di sé, nutrendo la propria anima, purificandola in modo che possa rivolgersi al Sé e accoglierne le indicazioni, così come un abile primo ministro fa, realizzando il volere dell’imperatore che, in quanto Figlio del Cielo, ne riceve il mandato. Egli, il ministro, controlla i movimenti verso l’alto e verso il basso, sceglie il momento e il posto giusto per agire e non agire.

 

5 9 alla quinta linea

飛龍在天 fei long zai tian vola il drago nel cielo

利見大人 li jian da ren armonioso conformarsi all’immagine del grande (nell’)uomo

Questa è la posizione migliore di tutto lo Yijing. La linea centrale del trigramma superiore dell’esagramma Qian. Lo yang allo zenit, nella posizione centrale del centro. il drago vola nel cielo. Egli ha maturato tutto ciò che doveva e manifesta il suo splendore volando. Si muove nel cielo senza limiti, infinito. La sua capacità di controllo, gestione, governo, armonizzazione è infinita e completa. Siamo allo zenit e la luce del sole illumina la terra.

Una persona che raggiunga questa posizione, lo fa unendo il decreto celeste e le sue qualità personali, deve essere stabile al centro di sé, allineato in tutte le sue componenti e capace di stare nella presenza non coinvolta, aperta, chiara e rilassata della mente nel suo stato naturale zi ran. Ciò che i buddisti chiamano Tathata la vera natura delle cose. Dal punto di vista umano questa è la pienezza della realizzazione, qui sta l’apice del cielo, in posizione alta e corretta. Qui si può realizzare l’unione con il cielo e con la terra che rappresenta il ritorno all’origine di sé. Sono figlio del cielo stellato e dell’umida terra diceva il mistico orfico per superare la condizione di morto vivente e stare vivo per sempre, libero dalla Necessità, dalle spinte evolutive e dall’agire karmico. Perché ciò sia possibile all’individuo, avvertono i saggi cinesi, occorre che la virtù de, e il cuore xin si uniscano attraverso un’intenzione yi, purificata, senza limiti e differenze. Il sole scalda ogni cosa e tutti.

 

6 9 in alto

 亢龍 kang long prepotente il drago

有悔 you hui ha pentimento

Ultima linea dell’esagramma, la sesta, occupa la posizione più alta, ma non la migliore. Solo il cielo può essere a questa altezza, quindi qui vi è un eccesso che porta staticità (kang significa anche rigido). Mentre la quinta linea stava al sicuro tra un sotto e un sopra, tra yin e yang, la sesta rappresenta un luogo troppo alto per essere sicuro e stabile e resistente, tenderà a spezzarsi perché troppo dura. Non si possono usare potenzialità e capacità, nell’alto del cielo c’è troppo caldo o troppo freddo. La saggezza cinese si rivolge sempre all’umano e ha un’attenzione sempre presente per l’incarnato che, se comunque guarda all’assoluto e alla libertà come meta, la più preziosa, conserva il senso del limite e la chiara indicazione verso il non eccedere. Dentro, nella profondità, o nell’altezza, dell’umano ogni aspetto è conforme al Dao, ma nell’individuo, nella sua complessità multiforme e multistrato, l’universo appare come un multiverso, e la versatilità, il mutamento ne rappresentano la virtù migliore. Un detto taoista dice Nessuno raggiunge la perfezione, il che significa non che la perfezione non sia raggiungibile, ma che quando c’è non c’è più nessuno, nessuna individualità, nessuna cosa distinta. Un pericolo costante dell’approccio alla via a-duale, della quale, in un meraviglioso, apparente, contrasto, lo Yijing è una delle espressioni più alte, è l’idea che non-due significhi uno. Il Dao senza nome, di cui non si potrebbe neppure parlare, come dice il Daodejing, non ha volto, neppure quello della vacuità.

  用九 yong jiu usare i nove

 見群龍 jian qun long vedere un branco di draghi

无首吉 wu shou ji senza un inizio, favorevole

 Gli altri sessantaquattro esagrammi non hanno questa ulteriore spiegazione che riguarda l’uso delle linee nel loro insieme.

Quando molti draghi si ritrovano insieme non si capisce chi sia il più forte, ogni drago si sente imbattibile. Si avvinghiano e non si distingue più la testa dalla coda. Se confrontiamo tale situazione con le faccende comuni degli uomini possiamo fare alcune riflessioni. Avere molta potenza non significa affermare la propria superiorità, ma mantenere ferma l’idea dell’uguaglianza nella diversità. L’identità porta armonia nel rispetto dell’identificazione individuale. Occorre rispettare tutti gli esseri senza creare disarmonia, pur sapendo, vedendo con evidenza, che ognuno è diverso dall’altro. Per fare ciò è necessaria una lucidità, un sangue freddo, un distacco, una presenza, la si chiami come pare, che permetta di non esagerare in nulla, senza che la propria tranquillità venga intaccata, soprattutto dall’arroganza e dal vanto delle proprie qualità. Il confronto non deve mai superare l’ampiezza di un’emozione, riservata, magari, alla gara, al duello, allo scontro che non si estende mai a “catturare” tutta l’energia delle potenzialità individuali della personalità. Quella tranquillità che viene dalla propria autocoscienza evita l’ansia e il confronto eccessivamente aggressivo. Per essere grandi non ci si deve considerare grandi. Allora il praticante deve studiare le regole di trasformazione e mutamento, conoscere i livelli di manifestazione dell’energia per poter controllare, gestire, governare e trasformare se stesso e il mondo che lo circonda.

In particolare, nella pratica del Qigong, usare il 9 significa seguire un percorso retto e giungere nello stato migliore per allenarsi. Lavorare con se stessi e mettere al centro della propria pratica le cose di valore, purificando, dal centro, la propria sfera, che ha una misura e determinate caratteristiche, diverse da ogni altra.

 Qian Xiang

天行健 tian xing jian – Il cielo si muove infaticabile (continuamente)

君子以 jun zi yi – il maestro interiore usa

自強 zi qiang – l’originario vigore

不息 bu xi – non sosta

Questo esagramma nasce dalla sovrapposizione di due trigrammi Qian. Ciò significa che, sia gli aspetti esterni, sia quelli interni della situazione descritta sono associati al trigramma che esprime l’energia creativa nell’estensione concreta dello spazio. Il simbolo di questo trigramma è il cielo nel senso della volta celeste, del firmamento, che rimanda al regno più alto, a ciò che sta più in alto del mondo umano. L’azione che si nasconde dietro tale dinamica energetica è il persistere, cioè il continuare con fermezza o ostinazione un determinato agire. Ciò rappresenta l’azione tipica dello yang nella sua pienezza. Questo trigramma, costituito da tutti tratti yang, rappresenta un soffio potente di crescita che si manifesta in una propensione a far convergere la forza e a incanalare i processi. L’attitudine all’animazione e alla creatività si esprime attraverso una qualità essenziale: la fermezza. Essa trova la sua efficacia quando entra in risonanza con la cedevolezza dello yin. Prendere l’iniziativa non significa lanciarsi nell’attività, ma mantenere la propria attività guardandosi sia dall’autoritarismo, sia dalla mancanza di autorevolezza. Questo trigramma nella disposizione di Cielo Posteriore corrisponde, infatti, alla pienezza dello yin. E’ la fase della massima contrazione, in cui le forme hanno raggiunto l’estrema coesione e, all’orizzonte, è possibile intravedere una forza di segno opposto che tende alla dissoluzione. E’ questo, quindi, il momento in cui la coesione e la dissoluzione cominciano a lottare. E’ chiaro che la lotta di cui si parla è, comunque, un incontro, un confronto, un rapporto. Il Cielo simbolizza la potenza dello slancio creativo simbolizzato dal dragone, unica immagine utilizzata nel testo, e ne mostra il dispiegamento e l’agire.

[1] Senso che il carattere assume quando è pronunciato Gan. ancor oggi molto impiegato specialmente nell’espressione Gan rou: carne seccata.

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