Le mani, il cuore, il sè
L’incontro tra due mani e un corpo è sempre qualcosa di magico. Alchimia, trasformazione, ricordi che emergono da un punto profondo, situato non si sa
bene dove, dentro al corpo, fuori dal corpo…non ha importanza.
di Stefania Traverso
Quando ho ricevuto il mio primo massaggio tailandese, in Thailandia, è stato ad opera di una vecchina non vedente, minuta e dalle mani nodose con una pelle che assomigliava alla corteccia.
I suoi occhi non funzionavano, ma lei “vedeva” , eccome se vedeva, non con gli organi preposti ma con le mani, la pelle, le dita e non solo, sentiva con ogni parte del suo corpo. Sono uscita da quel foot massage, che non avevo più consistenza, avrei anche potuto fluttuare, ero scesa dentro di me, avevo “toccato” il mio centro, da quel giorno molti altri massaggi mi hanno portato alla conclusione che fosse quella la mia strada. Appoggio le mani, entro in connessione con l’altro e tutto si crea e tutto si distrugge, tutto si rinnova.
Le mani salgono e scendono fermandosi su alcuni punti piuttosto che su altri, in alcuni luoghi trovo acqua, in altri trovo vento, in altri ancora terra.
È tutto un equilibrio tra forma e trasformazione, tutto un gioco di energia, che scendendo in profondita’ vanno a ristabilire il benessere di cui necessitiamo.
I pollici premono su punti dolenti e al rilascio il fastidio se ne va, oppure c’è bisogno di allungare tendini, muscoli e canali energetici e il nostro corpo in una danza si adopera per far si che la nostra condizione psico-fisica rimanga efficiente.
Storia e tecnica del massaggio tailandese
Nuad Borarn (Trad. antico tocco), piu’ comunemente conosciuto come massaggio tailandese (thai massage) è il risultato della fusione di due grandi culture, quella cinese e quella indiana, dalla prima arriva la digito pressione e dalla seconda , le manovre di stretching che ricordano alcune asana proprie dello yoga.
Essendo la Thailandia un grande snodo commerciale, diverse erano le culture che si incrociavano e si fondevano. I primi a praticare e a divulgare questo tipo di trattamento furono i monaci e veniva rigorosamente effettuato nei templi.
La leggenda attribuisce la “paternità ” di questo massaggio al dottor Jivaka Khumar Bacca, meglio conosciuto come Shivago, per il popolo tai “il papà dottore”. Il massaggio è parte della medicina tradizionale tailandese e agisce sul sistema energetico.
Il corpo, secondo questa filosofia, è attraversato da innumerevoli canali energetici chiamati “sen” ( percorso, corda, linea) i principali sono dieci e presiedono gli apparati corporei, il terapeuta attraverso manovre che vanno dalla palmo-digito pressione su determinate sen o specifici punti, ad allungamenti più o meno incisivi, allevia disturbi sia fisici, sia energetici, le pressioni vengono effettuate tramite il movimento ondulatorio del massaggiatore che rende più profondo e avvolgente il trattamento, quasi fosse una danza.
La medicina tradizionale tailandese prevede anche l’utilizzo di attrezzi quali: tok sen, chet hak, herbal compress, bamboo. Tok sen, è formato da due pezzi di legno che vengono percossi in maniera ritmata sul corpo.
È una pratica molto antica che nasce nel nord della Thailandia. I legni sono ricavati da alberi che hanno tronchi molto duri e pesanti, ad esempio il tamarindo. Il tok sen è formato principalmente da un martello ed uno scalpello. Quest’ultimo può avere varie forme a seconda delle parti del corpo su cui viene utilizzato, le vibrazioni provocate dai due attrezzi armonizzano il flusso energetico e a livello fisico rilassano la muscolatura. Il chet hak ha la forma di un coltello e può essere di vari materiali, il più usato è il corno di bufalo. Il trattamento si effettua sulla pelle per sfregamento, agisce sulla circolazione energetica e sanguigna e lavora sul ripristino della fluidità miofasciale, alla fine della seduta possono comparire segni sul corpo di un rosso molto intenso che scompaiono in una settimana circa.
Le herbal compress (fagottini di erbe), anch’esso un trattamento proprio del nord, unisce gli effetti rilassanti delle erbe tailandesi alle manualità del thai massage. All’interno dei sacchettini, rigorosamente di tessuto naturale come cotone o lino, troviamo foglie, canfora, radici e mentolo; triturati in un mortaio e scaldati a vapore come da tradizione, infine vengono passate sul corpo seguendo manovre ritmiche. Il calore permette il rilascio delle loro proprietà, penetrando in profondità.
Il bamboo è un trattamento indicato per gli sportivi perché agisce sulla muscolatura profonda e ha effetti decontratturanti e miorilassanti. Si utilizzano canne di diverse misure a seconda delle aree da trattare. Nella tradizione tailandese si pensa che il bamboo una volta a contatto con il corpo assorba le energie negative o in eccesso per rilasciare quelle positive. Le tecniche utilizzate sono due: lo stile tradizionale o a secco, si effettua direttamente sui vestiti delle persona da trattare e lo stile morbido che si effettua con l’ausilio di olio.